BRUNA SPAGNUOLO

NOTE CRITICHE

Il © di questa pagina è delle varie appartenenze di riferimento degli articoli

Da "La Nuova Del Sud" del 21. 10. 2007

 

Narrativa. Quando un romanzo storico è ambientato in un tempo remoto (qui si parte dalla città di Troia) accade che la materia narrativa assume uno slancio epico. L’introduzione ‘a colonna’ definisce in particolare un luogo, il fiume Sarmento che si trova nei pressi dell’attuale Parco Nazionale del Pollino. Quindi è la verosimiglianza a rendere più vicina la vicenda alla sensibilità del lettore. Caratteri ed eventi sono descritti con questa capacità: pagine che si direbbero perfino ricche di storia, pur sapendo che l’immaginazione gioca il suo ruolo. L’autrice deve essersi ben documentata per intraprendere un’opera di così ampio respiro che, a quanto pare, continuerà nel volume ‘I Passi perduti abitano il vento’.

  Recensione
Il destino ti abita
narrativa 
Autori
Bruna Spagnuolo
Edizione:
Todariana Editrice
Milano 2007

Nota di Teodoro Giúttari. In copertina soggetto pittorico dell’autrice - pp. 200
prezzo: € 12,00

Recensione a cura di
Luciano Nanni
Pubblicata su:
Literary nr.10/2007
 
Da Associazione Nazionale Carabinieri
 

Bruna Spagnuolo

La Nonna di Nassiriya
Ed. Todariana



La tragedia di Nassiriya rimane simbolo tragico dei più nobili valori dei soldati italiani, dei carabinieri in specie, ma accende anche la fantasia di poeti e narratori che da essa prendono spunto per costruire le più belle immagini d'un mondo quale tutti lo vorremmo e che, invece, ogni giorno di più ci sfugge di mano. Un mondo finalmente rappacificato, restituito alla gente che lo abita a qualunque latitudine, dovunque giri e si fermi il mappamondo, appunto, che traccia distanze sempre più brevi fra i continenti, le razze, gli idiomi. A Nassiriya, nel breve romanzo di Bruna Spagnuolo, si giunge attraverso l'esistenza asciuttamente raccontata d'una contadina del Sud, Nonna Ina, il cui attaccamento alla vita, per quanto dura più è remota, viene simboleggiato da un arbusto che nulla teme in fatto di privazioni, che resiste alla siccità, all'aridità, a ogni dimenticanza meteorologica e umana. Questa Nonna che fu felice contentandosi a sua volta di nulla, si trovò senza marito, morto in guerra, e con una figlioletta da tirare su. Per quanto assediata da uno spasimante, acconsentirà a nuove nozze che all'ultimo si frantumeranno nell'esplodere d'un dramma incombente. Sempre più sola, Nonna Ina si rifugia nell'animo dell'unico nipote, figlio della figlia, un giovane maresciallo che ama prendersi la vegliarda sulle ginocchia e raccontarle glorie, imprese, amor di patria degli uomini della Benemerita. Le brillano gli occhi, d'orgoglio e di pena, quand'egli decide di partire per la missione di pace e tumultuosamente pregevole è il racconto del modo in cui ne apprende la morte, lei che non possiede radio né tv, che non legge giornali. Lei già sapeva, intuiva, da assennata contadina tutta spiritualizzata nella consapevolezza che la vera ricchezza non sono i denari, ma l'onore e la fede negli ideali.


Franco Piccinelli







 
SCHEDA LIBRO- ©2007 Books Shop Connection
 
Titolo LA NONNA DI NASSIRIYA
Autore SPAGNUOLO BRUNA
Prezzo € 12,00 -
Pagine 100
Anno 2006
Editore TODARIANA EDITRICE & EURA PRESS
Genere Narrativa italiana
Descrizione
La nonna degli eroi.
Una storia epica e solenne come una tragedia antica
Si nutre di pochi frutti della sua terra arida e ventosa, resistente come la tillandsia che tiene in un vaso, e con le sue emozioni empie l'intero racconto come fosse l'unica attrice di un tragico recital. Si chiama Ina ed ha attraversato la vita sopportandone i colpi più duri. Vive legata ai valori e ai costumi della superstite civiltà contadina e sa sempre cosa è più giusto fare o non fare.
Nella sua lunga vita aveva avuto un solo uomo che si chiamava Antonio, con il quale aveva avuto una figlia. Un giorno come questo, gravido di segni funesti, il maresciallo dei carabinieri era venuto a dirle che Antonio era morto in guerra. Successivamente, mentre si arrabattava nella nera miseria e nell'inverno innevato per crescere la bambina, l'aveva aiutata un certo Alfio, che l'amava di autentico amore, anzi di sanguigna passione pagana, appena trattenuta dal savoir faire.
Ina non sentiva alcun bisogno di un altro marito, ma era giusto, come le suggerivano anche i parenti stessi di Antonio e i paesani, che desse un padre e un saldo sostegno alla sua bambina orfana.
Alfio non l'aveva toccata prima della celebrazione del nuovo matrimonio in chiesa... proprio come Ina aveva tacitamente desiderato. Ma proprio durante la cerimonia, era tornato, comparendo sul portone, come un reduce dalla guerra di Troia, Antonio che non era morto ma era stato prigioniero, vestito come un vagabondo cencioso.
Alfio, pazzo d'amore pagano o posseduto da un dio funesto, aveva spinto il povero Antonio in un burrone e in esso si era sfracellato a sua volta. Ina era destinata a restare sola.
Non avrebbe cercato e non avrebbe voluto altri amori anche perché nel suo cuore con il tempo ne sarebbe entrato uno disinteressato e puro, più grande di lei, l'amore per il nipote, figlio della figlia che assomigliava tanto al suo Antonio. Lei ora vive e respira perché adora questo giovane, maresciallo dei carabinieri, bello, giusto e virile, in missione di pace a Nassiriya, e perciò esposto, come suo nonno Antonio, ai colpi biechi del destino.
Per questo Ina, una mattina si alza con il cuore gonfio di oscuri presagi. Per avere subito notizie deve andare dalla sua casa di campagna in paese dato che ha rifiutato finora di avere telefono e televisione. Nel bar da dove telefona alla figlia nessuno risponde. Chi la vede così agitata, e forse già sa, cerca di consolarla, ma lei non ascolta. Sa cosa deve fare. Corre a comprarsi e a farsi installare in casa un televisore; e, davanti a quel mostro tecnologico, sente snocciolare a uno a uno i nomi dei soldati e dei carabinieri morti in un terribile agguato. E il nome tanto amato alla fine le rotola addosso come un macigno squarciandole il cuore.
Nonna Ina già sapeva, anche se non voleva ammetterlo, che il suo eroe, così saldo e sincero nel suo entusiamo, così fedele a quell'arma di cui andava sommamente fiero, così certo di stare dalla parte giusta, se ne era andato nel mondo degli eroi tra sventolii di bandiere; e là, lei che condivideva con passione i suoi ideali, lo avrebbe seguito. Narrazione epica, solenne e forte come una tragedia antica questa di Bruna Spagnuolo che in La nonna di Nassirya (Todariana Editrice, Milano) proclama alti gli ideali troppo spesso negletti. Ed è anche un inno all' Arma Benemerita, al coraggio di sopravvivere con poco a tutte le male congiunture come la tillandsia abbarbicata a poca terra arida.
 
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SCHEDA LIBRO
 
Titolo IL DESTINO TI ABITA
Autore SPAGNUOLO BRUNA
Prezzo € 12,00 - Metti nel carrello
Pagine 200
Anno 2007
Editore TODARIANA EDITRICE & EURA PRESS
Genere Romanzo
Descrizione

Quali genti approdarono sulle rive del Sarmento
nel secondo millennio avanti Cristo e chi furono
i fondatori della civiltà messapica?
Perché l’amore tra Eliade e Cheones condizionò
il destino del loro popolo.

Il destino ti abita è il canto del valore e dell'onore. Vi campeggiano passioni irriducibili, che cantano la continuità della vita e insieme della morte intesa come assoluto omerico e lirismo disarmante, attraverso cui impedire al tempo di cancellare l'identità delle genti.
I fatti narrati in quest'opera, che fa parte di un serial di quattro volumi, sono ambientati sul litorale ionico e sulle rive del Sarmento nel secondo millennio avanti Cristo, in epoca contemporanea all'Eneide virgiliana.

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-Critiche dal sito della libreria Hoepli a "La Nonna di Nassiriya" -
  (01-11-2007) 
Credo che questo sia un piccolo grande libro dalle poche pagine e dal contenuto concentrato e pregnante. Risulta indimenticabile perche' scritto con purezza linguistica e lirismo affiorante, ma non solo per questo. Apparentemente e' la tragica storia di una nonna che ha un presentimento prima ancora di apprendere l'avvenuta tragedia di Nassiriya. In realta', questo libro schiude al lettore tre piani di emozioni: quello della tragica morte di un giovane eroe vista attraverso gli occhi e il cuore della vecchia nonna; quello della storia nella storia di una tragedia sepolta nel passato della nonna; quello del substrato culturale dell'anziano personaggio, del recupero di antiche saggezze e della verita' storica.
Voto: 5 / 5  
Questo libro si legge e si vede con la mente, come un film (e' un film gia' pronto, praticamente); cambia il concetto di libro stesso, facendo di una fiction breve una narrazione corale di tante voci simili a quelle delle antiche tragedie greche. Il racconto intenso, che cresce come una lievitazione inarrestabile, ha l'incedere di una marea senza limiti; contiene al suo interno un'altra trama e la schiude, centellinandola, insieme a quella primaria, fino all'esplosione finale a sorpresa. Questo libro rispetta i canoni classici della narrazione di buona qualita' e, insieme, delinea un modo nuovo di fare letteratura. Nel rispetto della migliore tradizione linguistico-estetica, la semantica e la la valenza letteraria di questo libro rappresentano un'innovazione assoluta e portano il lettore a pensare di trovarsi di fronte a un'opera snella, scattante, diversa e,a l tempo stesso, indimenticabile. Lascio agli addetti ai lavori la definizione appropriata dei motivi profondi di cio'.

 

Da BSC magazine 2007

Da "La città di Viterbo"- 2007

 

Dalla rivista "Leggere: tutti"- 2007

da Squarci di Vita

 

Da Premio Sàntena 1985:

 

Da "Predios"-Rivista letteraria- Venezuela- Anni novanta:

 

 

Da "Il Clandestino- Rivista di letteratura- Forlì- Anni ottanta :

Da Arenaria- Rivista di letteratura- Palermo-Anni ottanta :

 

Note critiche- SINTESI

Interspazi, pp. 57, 1986: «Le poesie di Interspazi sono molto vive e originali per la forza inventiva, l’energia sintetica, la meditatività, la capacità gnomica. Insomma, il libro è davvero ottimo»: Giorgio Barberi Squarotti, su Il Clandestino, rivista bimestrale di letteratura, Forlì, 1989//«Personaggi misteriosi incontrati per caso in Africa e in Asia, i colori della natura, la sofferenza, la carne, il metafisico, l’assenza e l’amore. Questi i temi ora velati ora gridati del concerto poetico per Bruna Spagnuolo organizzato dalla Biblioteca di Agrate Brianza al teatro Duse. /…/È del novembre ’86 l’ultima pubblicazione, Interspazi, in cui l’autrice manifesta una vena poeticacertamente matura e uno stile essenziale, agitato da immagini dense e vive»: Modesto Panizza, su il Cittadino, 1987//«… ed è un vero miracolo che autori come Bruna spagnuolo/…/ riescano ancora a sopravvivere, in questo deserto di indifferenza e a…»: Giuseppe Possa, su Alla Bottega, rivista bimestrale di cultura e arte, Milano, 1987

Squarci di vita, 1985, pp.102: «… La dimensione di quest’opera è tutta nell’intensa partecipazione umana e nella prevalente connotazione lirica della narrazione, che è sempre pulsante e impulsiva e tuttavia misurata, così come sa essere senza veli e disinvolta e in più tratti persino elegante»: Lucio Zinna, su Arenaria, rivista mediterranea di letteratura, Palermo, 1986//«Nell’esperienza del viaggio permane, oggi come ieri, la dimensione ulissiaca. Ossia: dalla penetrazione di una diversa realtà etico-sociale viene la scoperta della propria identità che il confronto fissa con le linee fonde della partecipazione emotiva. Tanto più che chi viaggia è una donna/…/ nella quale l’atavismo della posizione di ascolto, che affina la sensibilità e la dilata nel silenzio, si coniuga con la sicurezza e la scioltezza nella gestione del sé»: Fanny Monti, Forlì, 1985//«… Ci sono molti modi per parlare di luoghi e genti lontane e diverse, l’approccio antropologico dell’osservatore “civile” è sempre in agguato, ma nel caso della Spagnuolo questo rischio è scongiurato fin dalle prime battute. Tra racconto e resoconto, l’autrice individua e sperimenta un linguaggio che tende a trasformare in spunti lirici il materiale narrativo che l’esperienza via via le propone…»: Amanzio Borio, su Controcampo, mensile di cultura e spettacolo, Torino, 1986

 Linfa Guerriera, pp.181, 1987: «Bruna Spagnuolo/…/Los poemas publicados en Predios pertenecen al libro Linfa Guerriera, un libro que la encuentra en Venezuela, pero que la lleva de vuelta a lo que es su sino: el irse, e no estar en ningun lado y en todas partes»: Pedro Suarez, in Predios, revista del sur, Upata, Venezuela

Una leggenda chiamata Sarmento, pp.348, 2000: «… A prescindere dall’importanza fin qui evidenziata, questo libro riveste importanza in campo letterario, poiché codifica la cultura popolare, trasformandola in letteratura e dimostrando che non è vero ciò che dicono gli addetti ai lavori e, cioè, che non esiste letteratura popolare in Italia»: Studio Metropolis, Monza, 2000//«… Il libro si rivolge a chi, lungi dal rinnegare le proprie radici, ne ricerca le impronte tra storia e leggenda, tra parola e pensiero, tra passato, presente e futuro…»: Mara Agostoni, su il Cittadino, 2001//«Il libro sul Sarmento è molto dotto e minuzioso, tra linguistica e storia…»: Giorgio Barberi Squarotti, Torino, 2005

Le travalicazioni dei promessi sposi del Pollino, pp. 1121, 2004: «Il suo romanzo è grandioso e straordinariamente inventivo e ricco di situazioni, di vicende, di personaggi…»: Giorgio Barberi Squarotti, Torino, 2005

La nonna di Nassiriya, pp. 111, 2005: «… oltre che commuovermi, il suo libro mi ha piacevolmente e sinceramente impressionato per lo stile asciutto, lucido, incisivo ma anche dolce e pacato.»: Generale B. Leonardo Leso, Livorno, 2005//«… A Nassiriya, nel breve romanzo di Bruna Spagnuolo, si giunge attraverso l’esistenza asciuttamente raccontata d’una contadina del Sud, Nonna Ina…»: Su Associazione Nazionale Carabinieri, recensioni, 2006//«Un solo personaggio ha fatto tutto, ci ha parlato di tutta una vita nella Val Sarmento, di guerre, di affetti, di amori e di delitti, insomma della sua visione del mondo attraverso il suo personale microcosmo. Sono fenomeni che accadono una sola volta nella vita di un narratore, in cui tutto se stesso si concentra in un’opera breve che non segue nessuna regola e che invece detta la propria legge, non programmata. Come aprire tante ostriche per trovare una perla. Posso portare qualche esempio alla rinfusa: Il vecchio e il mare scappato di mano a H. Hemingway, uomini e topi a j. Steinbeck, Morte a Venezia a T. Mann, La (breve) suonata a Kreutzer, al prolisso L. Tolstoi, La Lupa o la Cavalleria rusticana a G. Verga, Il taglio del bosco a C. Cassola, eccetera eccetera. Questi irripetibili fenomeni si sono verificati anche in musica, in pittura, nel cinema, in ogni arte e…»: Teodoro Giúttari, Milano, 2004

Echi di stampa:Scopo dello scrivere di Bruna Spagnuolo è impedire al tempo di cancellare l’identità delle genti. Intende rubargli, con ogni sua opera, almeno una briciola del capitale incommensurabile di culture e di saggezze in divenire; con tale intento ha sempre scritto, sin dal lontano 1983, quando vinse il premio Romagna. L’autenticità del suo stile e i valori racchiusi nella relativa semantica sono la chiave del fascino dei suoi scritti, come emerge dalla critica. Lucio Zinna, dal Sindacato Nazionale Scrittori di Palermo, nel lontano 1987, le scriveva: «…/ scrivo le mie recensioni esclusivamente su libri che leggo e che mi interessano (intendo dire: che leggo effettivamente e che realmente trovo interessanti, perché mi dicono qualcosa); dei libri che non ho tempo di leggere e di quelli che non mi vanno, non parlo o dico quel che penso; tutto ciò può sembrare ovvio ma non lo è- sapessi quante volte si dice pane al vino e vino al pane, nel bailamme letterario che ci circonda!…». Nessuno, infatti, ha mai detto “vino al pane” rispetto alle opere di B.S.//Su La voce d’Italia, a Caracas, nel 1995, comparve, come commento a un suo scritto, il seguente titolo: «Una sfida all’indifferenza…//Per fortuna che, in una società in cui tutto ha un prezzo, c’è chi ancora è capace di lanciare un appello…».//Piero Ostellino, su Il Giorno, in “Lettere al direttore” (venerdì 7 novembre 1986), le scrisse: «…/ Penso a don Milani, penso a tanti altri educatori incontrati sulla mia strada per concludere che fino a quando ci saranno insegnanti come lei, gentile signora Spagnuolo, non è consentito di disperare».//Di lei ha parlato la stampa non soltanto locale (Il Resto Del Carlino, 27 ottobre, 1983/ Predios, aprile 1995- Upata/ Cumhuriyet, 29 Ocak 1993- Istanbul/ Milliyet, 31 ocak 1993- Turchia/ La voce d’Italia, 14 agosto 1995- Caracas/ Il Giorno, 7 novembre 1986/ Il Giorno, 28 dicembre 2001/ Il Giorno, 21 maggio 1987/ Il Popolare, 1984/ Il Popolare, 1985/Il Cittadino, 25 maggio 19985/ Il Segno, maggio 1985/Il Cittadino, 8 giugno 1985/ Il Cittadino, 15 giugno 1985/ Il Cittadino, maggio 1985/ Il Cittadino, 14 giugno 1986/ Il Popolare, 1986/ Il Cittadino, 23 Maggio 1987/ Il Cittadino, 4 marzo 1989/ Il Cittadino 8 novembre 1990/ / Il Cittadino, 15 gennaio 2000/ La Gazzetta della Martesana, 10 gennaio 2000/ La Gazzetta della Martesana, 31 ottobre 2000/ Il Cittadino, 06 gennaio 2001/ La Gazzetta della Martesana, 6 giugno 2005). Mediolanum Channel ha ospitato Bruna Spagnuolo su Stream TV, dalle h. 09 alle h. 13 (MBN BUONE NOTIZIE PUNT. N. 73 TX 27/03/2002).

N.B.- Le opere “antiche” di Bruna Spagnuolo, non più distribuite, sono consultabili presso gli enti regionali e provinciali e le biblioteche civiche lucani, la biblioteca civica di Agrate Brianza, la biblioteca nazionale di Firenze. La Nonna di Nassiriya e Il destino ti abita sono distribuiti da Todariana ed Eura Press editrice e dai distributori BSC (BooksShopConnection); sono reperibili presso le librerie Hoepli e acquistabili presso tutte le librerie nazionali e online.

Da "Alla Bottega"-rivista di cultura e arte- Anni ottanta

Da "controcampo", mensile di cultura e spettacolo-TO-anni ottanta

 

Da "Alla Bottega"- Rivista di cultura e arte- MI-1987:

 

Da "Il Cittadino"- anni ottanta:

 

Da "Arte e cultura"- Mensile artistico e culturale- MI- 1986

 

Da Arte e cultura:

Il Cittadino-1990-A Bruna S. viene attribuita nazionalità turca, per via dello pseudonimo Simal RuzgarI in lingua turca: vento del Nord) su alcune sue opere